XXI, 40 (luglio-dicembre 2000)

ARTICOLI:

652) ENZO NOE’ GIRARDI, Attualità e inattualità di Pavese, pp. 5-15.
Il presente saggio ripropone, con alcune modifiche, il testo inedito di una conferenza tenuta a Milano nel novembre del '90, a quarant'anni dalla morte dello scrittore. Venuto meno l'interesse, non sempre disinteressato, per la personalità umana e intellettuale di Pavese, la sua attualità resta ora affidata - nota l'autore - all'inattualità dell'opera sua, in quanto essenziale rappresentazione della condizione umana e sofferta ricerca di quei valori morali che trascendono la persona del poeta, il suo tempo e il suo spazio. In questa prospettiva Pavese si colloca nella storia della letteratura italiana moderna come uno degli ultimi continuatori di Leopardi nella ricerca poetica del senso ultimo delle cose.

653) ANCO MARZIO MUTTERLE, L'ultimo Lavorare stanca: da dio a uomo, pp. 15-37.
Si inizia registrando le innovazioni strutturali che Cesare Pavese apportò nel 1943 all'edizione ne varietur del volume di liriche con cui aveva esordito nel 1936 presso Solaria. Affrontando Lavorare stanca in qualità di canzoniere strutturato unitariamente, se ne pone in luce la regola costruttiva, affidata alla ripetizione terminologica. Di tale tecnica viene accentuata una fenomenologia generale. Le sei sezioni di cui Lavorare stanca è composto vengono analizate e interpretate in qualità di altrettanti microcanzonieri, ciascuno autonomo ma al tempo stesso funzionale alla creazione di un organismo unitario e intimamente nutrito di connessioni verbali e fantastiche. Il bilancio provvisorio riscontra la profonda modificaizone intervenuta dalla princeps 1936 alla ne varietur 1943, la quale è organizzata all'insegna del ricordo, mentre i nodi del selvaggio si vanno sciogliendo in cadenze mitiche e simboliche.

654) ELIO GIOANOLA, Da Feria d'agosto: Il mare, pp. 37-52.
Questo racconto segna uno dei vertici dell'opera pavesiana e rappresenta certamente la migliore esecuzione creativa di quella poetica del mito che lo scrittore ha sviluppato negli anni in cui scrive Fiera d'agosto. Il saggio vuole essere una lettura del racconto alla luce appunto di quella poetica che, nella sostanza, è il felice tentativo di sistemare anche teoricamente il problema del superamento del realismo. Il mare che forma il tema della narrazione è infatti il simbolo di ciò che sta al di là delle cose e, nel cuore stesso della campagna e della collina, si pone come prospettiva di oltranza, che i ragazzi protagonisti inseguono ben sapendo che si tratta di una meta irraggiungibile. Come mostrano le criptocitazioni presenti, Pavese trova il proprio più adeguato riferimento nella poetica leopardiana dell'infinito.

655) BART VAN DEN BOSCCHE, Rassegna della critica pavesiana 1980-2000, pp. 53-75.

656) ENRICO CESARETTI, La parola e l'immagine. Alcune riflessioni su G. Leopardi e C. D. Friedrich, pp. 77-92.
L'A. prende in considerazione l'opera letteraria del recanatese e la pittura dell'artista tedesco e ne sottolinea alcune affinità tematiche e strutturali. L'individuazione di tendenze poetiche e soluzioni retoriche simili tra i due artisti arricchisce la relazione di Leopardi con la cultura tedesca ed al tempo stesso contribuiscono a ridefinirne la collocazione all'interno del romanticismo italiano.

657) ERMINIA ARDISSINO, L'orazione funebre per il cardinal Federico e la manzoniana 'Vita', pp. 93-105.
L'A. confronta l'orazione funebre, recitata alle esequie di Fedrico Borromeo dal teatino Paolo Aresi, con il capitolo XXII dei Promessi sposi. L'accostamento consente di avanzare alcune ipotesi sull'interesse del Manzoni per il panegirico. Molte delle coordinate ricorrenti nelle 'Vite' del cardinale sono tra l'altro stabilite proprio da questo elogio, del resto poi sempre citato dai biografi.

658) PIETRO DE MARCHI, Sul "Quaderno di traduzioni" di Giorgio Orelli, pp. 107-30.
Nel campo delle versioni poetiche, così ricco nel Novecento italiano, il maggior contributo di Giorgio Orelli (Airolo 1921) è rappresentato dalla sua scelta di Poesie di Goethe (1957; seconda edizione ampliata 1974). Dell'argomento l'A. si è occupato in uno studio pubblicato qualche anno fa. Ma l'interesse di Orelli per la traduzione non si è limitato a Goethe. L'A. estende ora l'indagine su questo aspetto non secondario delala attività creativa di Orelli, esaminando alcune sue traduzioni da poeti antichi e moderni: si va da alcuni passi del De rerum natura di Lucrezio a tesi di Novalis, di Mallarmé, di Frénaud e del grigionese Andri Peer.

NOTE:

659) GIUSEPPE ANCESCHI, Il Boiardo lirico. A proposito di una recente edizione delle "Rime", pp. 131-43.

660) GIUSEPPE GENCO, Un convegno su "Malinconia ed allegrezza nel Rinascimento", pp. 145-57.

661) MARCO CORRADINI, Torquato Tasso e il dibattito di metà Cinquecento sul poema epico, pp. 159-69.

662-664) PAOLA PONTI, LUISA PREVITERA, ANDREA RONDINI, Montaliana, pp. 159-69.

RECENSIONI:

662) EUGENIO MONTALE, Poesia travestita, a cura di MARIA CORTI e MARIA ANTONIETTA TERZOLI, Interlinea, Novara, 1999; AA. VV., Il complesso e ambiguo mondo delle traduzioni, "Autgorafo", XV, 39 (lug.-dic. 1999) (Paola Ponti), pp. 171-73.

663) FRANCO CONTORBIA, Montale, Genova, il modernismo e altri saggi montaliani, Edizioni Pendragon, Bologna 1999 (Luisa Previtera), pp. 173-77.

664) Montale e il canone poetico del Novecento, a cura di MARIA ANTONIETTA GRIGNANI e ROMANO LUPERINI, Laterza, Roma-Bari 1998; MARIA ANTONIETTA GRIGNANI, Dislocazioni. Epifanie e metamorfosi in Montale, Manni, Lecce 1998 (Andrea Rondini), pp. 177-81.

665) AA. VV., Il genere "tenzone" nelle letterature romanze delle Origini, a cura di MATTEO PEDRONI e ANTONIO STAÜBLE, Longo editore per la Sezione di Italiano dell' Università di Losanna, Ravenna 1999 (Andrea Canova), pp. 181-83.

666) GIOVAN FRANCESCO FORTUNIO, Regole grammaticali della volgar lingua), a cura di CLAUDIO MARAZZINI e SIMONE FORNARA, Accademia san Marco - Pro Pordenone, Pordenone 1999 (Giada Mattarucco), pp. 183-87.

667) GIORGIO CAVALLINI, Torna azzurro il sereno. Nuovi studi leopardiani, Bulzoni, Roma 1999 (Elena Landoni), pp. 187-88.

LIBRI DI POESIA:

668) SEBASTIANO FARINA, FRANCESCA DADDE FARINA, ROSA FRANCESCA FARINA, Framas, Angelo Mastria Service, Roma 1998 (Enzo Noè Girardi), pp. 189-91.

669) LUCIANO ERBA, Negli spazi intermedi, All'insegna del pesce d'oro, Milano 1998 (Michele Gazich), pp. 191-93.

670) CARLO CIPPARRONE, Strategie nell'assedio, Edizioni Orizzonti Meridionali, Cosenza 1999 (Paola Ponti), pp. 189-91.

Libri ricevuti

Riviste ricevute