XV, 27 (gennaio-giugno 1994)

ARTICOLI:

441) PIETRO GIBELLINI, Per Istanbul, via Parigi. Note sull’esotismo nella letteratura italiana Otto-novecentesca, pp. 5-20.
Individuato nell’esotismo un filone culturale non estemporaneo ma strettamente intrecciato all’interesse per il primitivo ed alle poetiche del fanciullo, l’autore - discutendo una serie di contributi sull’argomento e commentando una ricca silloge di testi letterari e di Trivialliteratur - identifica gli incunaboli letterari francesi ed i filtri ideologici che mediano l’approccio a culture e paesi lontani.

442) GIANCARLO PIOVANELLI, Sull’egittomania, pp. 21-28.
In questo articolo, l’A. ripercorre le tappe principali dello straordinario sviluppo che ha caratterizzato gli studi sulla civiltà egizia, nonché della notevole influenza che l’arte egizia ha esercitato sull’arte e sulla moda occidentali negli ultimi due secoli: dalla storica spedizione di Napoleone in Egitto alla successiva decifrazione dei geroglifici, dalla formazione dei primi importanti musei di egittologia all’istituzione delle prime cattedre dedicate a questa disciplina, fino alla sistematica campagna di scavi condotti in tutta la valle del Nilo e affidati, dapprima, alle varie nazioni e, poi, dal secondo dopoguerra, passati sotto l’esclusivo controllo delle stesse autorità egiziane.

443) ENRICO GIRARDI, L’esotismo nella musica tra Otto e Novecento, pp. 29-35.
L’esotismo musicale è carattere riscontrabile in pressoché tutta la produzione colta dal Rinascimento ai giorni nostri. Tuttavia, il periodo tra Otto e Novecento è quello nel quale si verificano le manifestazioni di esotismo più interessanti, proprio perché rappresenta il momento di contatto fra tipi differenti di esotismo, cioè tra l’esotismo "turistico" del passato e l’esotismo più mediato e consapevole dei moderni.

444) ITALO VACCARINI, L’esotismo in letteratura nei secoli XIX e XX. Il profilo sociologico, pp. 36-48.
Il saggio delinea, adottando un punto di vista sociologico, l'ascesa, crisi e morte dell'esotismo in letteratura (specialmente in quella francese): se l'Ottocento ne celebra il trionfo, in particolare nella sua valenza di dilatazione del campo dell'esperienza umana (realizzando quindi il paradosso di un allontanamento inteso come mezzo di ritorno in se stessi), l'età contemporanea, con la trasformazione della società borghese in società di massa e la possibilità di evasioni "a domicilio" (i mass media, la droga) infligge all'esotismo il colpo mortale.

445) ERNESTO TRAVI, Come Pietro Bembo leggeva Petrarca, pp. 49-55.
È noto il petrarchismo di Pietro Bembo. Non si valuta, invece, che egli fu il primo a capire che cosa significassero il sonetto iniziale in particolare, ed altri testi. Cose che egli stesso racconta nelle lettere qui presentate, integrate da quelle in cui narra le vicende per rintracciare il testo definitivo del Canzoniere.

446) NORMA HAYDEÉ LASE, Una retorica comune alla base del concetto di metafora in Baltasar Graciàn e in Emanuele Tesauro, pp. 56-66.
Il problema del rapporto tra il Cannocchiale aristotelico del Tesauro e la Agudeza y arte de ingenio del Graciàn va risolto postulando non tanto una dipendenza dell’uno dall’altro, quanto la loro comune derivazione dall’ambito della retorica gesuita; in particolare dal De arte rhetorica libri tres ex Aristotele, Cicerone et Quintiliano di Cipriano Suàrez.

447) CRISTINA CORTINOVIS, L’architettura dei Dialoghi con Leucò, pp. 67-86.
Fondandosi sul concetto di opera letteraria come produzione di bellezza che si realizza attraverso un momento stilistico ed uno strutturale, l’A. affronta qui il problema dell’organizzazione interna dei Dialoghi di Leucò di Cesare Pavese, risalendo, mediante l’analisi degli indici stilati in successione dallo scrittore piemontese durante il proprio lavoro, alla loro struttura e al senso che da essa scaturisce: l’esaltazione dell’esperienza umana una volta riconosciuto e assunto il limite in essa inscritto.

448) NICOLETTA BORTOLOTTI, L’ultimo Erba, pp. 87-98.
L’A. intende analizzare criticamente l’ultima raccolta poetica di Luciano Erba, Variar del verde, nella quale alcuni temi e forme che hanno in precedenza caratterizzato la produzione del poeta, come la perdita di alcuni riferimenti metafisici, la dialettica fra stasi e movimento, l’importanza del "guardare", l’ironia e il gioco, riaffiorano con una consapevolezza più sofferta e un sentimento malinconico del tempo, non esenti però dai consueti spunti giocosi.

NOTE:

449) GIOVANNA BARLUSCONI, Le discipline umanistiche a confronto con gli ipertesti, pp. 99-107.

 

RECENSIONI:

450) SILVIO PASQUAZI, Dante e altri studi di letteratura italiana, a cura di GIANNI OLIVA e GIANCARLO RATI, Bulzoni, Roma 1992 (A. Ruschioni), pp. 108-109.

451) LAURA SANGUINETI WHITE, Dal detto alla figura. Le tragedie di Federico Della Valle, Olschki, Firenze 1992 (P. Frare), p. 109.

452) RENATO BERTACCHINI, Il padre di Pinocchio, Comunia, Milano 1993 (S. Turconi), p. 110.

453) CHARLES PÉGUY, Cinque preghiere nella cattedrale di Chartres, Nuova Compagnia Editrice 1992 (N. Bortolotti), pp. 111-112.

454) CARLA CHIUMMO, Shelley nella bottega di Pascoli, Schena, Fasano (P.L. Cerisola), p. 112.

455) VALERIA GIANNANTONIO, L’esordio poetico di D’Annunzio, Loffredo, Napoli 1993 (A. Giappi), pp. 113-114.

456) FERRUCCIO MONTEROSSO, Il mistico alfonso. Etica e religione di L. Russo, Baroni, Viareggio 1992 (G. De Marco), pp. 114-115.

457) P. DYERVAL ANGELINI, Eusebio o i paradossi del poeta. Lettera aperta a Eugenio Montale, Sabatia, Avellino 1992 (G. De Marco), pp. 115-116.

458) AA. VV., A casa dei poeti, a cura di DAVIDE RONDONI, Guaraldi, Rimini 1992 (S. Turconi), p.116.

459) ARCANGELA TODARO-FARANDA, Racconti per un romanzo, Arti Grafiche Tamari, Bologna s.d. (E. Landoni), pp. 117-119.