XIV, 26 (luglio-dicembre 1993)

ARTICOLI:

420) ENZO NOÈ GIRARDI, Letteratura e critica nel pensiero di T. S. Eliot ( II ), pp. 3-26.
In questa seconda parte dell’indagine sul pensiero critico eliotiano vengono esaminati quei saggi del periodo 1919-1935 che contengono elementi di particolare interesse teorico, quali: i concetti di "correlativo oggettivo" e di "dissociazione della sensibilità", le questioni del rapporto tra poesia e filosofia e tra poesia e fede religiosa, e la pratica della ricerca storico-letteraria come fondamento di una teoria. L’A. dimostra la sostanziale coerenza di tutte queste posizioni di pensiero nella prospettiva di una nuova estetica della fattività.

421) GIOVANNA BARLUSCONI, La riscoperta del linguaggio simbolico nella riflessione attuale, pp. 27-35.
L’articolo intende porre in risalto quanto sia viva, nel pensiero riflessivo attuale, l’esigenza di contrastare la concezione strumentale e convenzionale del linguaggio, elaborato dalla scienza, per riscoprire, attraverso il riconoscimento dell’intrinseca iconicità del pensiero umano, quella funzione simbolica, sottesa alle molteplici attività di linguaggio, che si esplica per eccellenza nella capacità dell’artista di portare ad espressione un mondo nell’evento della "poiesis".

422) LUIGI DERLA, Gita al formicaio. Su Fantasticheria di Giovanni Verga, pp. 36-47.
Nelle novelle e nei Malavoglia il popolo "si racconta" e in questo suo raccontarsi si realizza l’oggettività programmatica del naturalismo; in Fantasticheria, "è raccontato" e commentato da un Narratore-personaggio, ancora sedotto dal mito romantico d’una "poesia" immanente al mondo dei semplici e dei barbari, e preoccupato di spiegarne tutta l’esotica diversità. La lettura della novella mira a cogliere l’ambiguità di questo momento, in cui Verga sta per compiere il passo decisivo verso il rinnovamento della propria arte.

423) CARLO ANNONI, L’orologio di Flora e il dottor Sofocle: Svevo lettore dei classici, pp. 48-80.
Questo saggio lavora sulla parte rimasta in ombra del ritratto critico di Svevo. Esso studia, quindi, la presenza della tradizione dei classici, tanto volgari, quanto appartenenti al "collegium trilingue", nell’opera dell’autore. Particolarmente in evidenza appaiono le "tre corone" e la tradizione dell’Umanesimo, dal momento che a Trieste (ed al suo maggior intellettuale di fine secolo, Attilio Hortis) viene restituito il ruolo forte di cultura nazionale che le compete, ruolo oscurato parzialmente dall’autentico, ma non esclusivo scenario mitteleuropeo, austro-tedesco, sul cui sfondo la città appare per abitudine proiettata. Più di una sorpresa mostra la conoscenza sveviana dei classici antichi, in particolare dei testi comici (Plauto, Apuleio). L’A crede infine di avere dato, a conclusione della sua ricerca, una soluzione convincente all’enigma del Dottor S.

 

NOTE:

424) PIERANTONIO FRARE, Ricreazione del savio e ri-creazione dell’ingegnoso: tra Bartoli e Tesauro, pp. 81-88.

425) NGELO BIANCHI, Per il bicentenario di Carlo Goldoni (1793-1993), pp. 88-97.

426) PIER LUIGI CERISOLA, Manzoniana, pp. 98-101.

427) ALBERTO BRAMBILLA, Italo Svevo, Una Vita: testo profano e testo sacro, pp. 102-105.

428) PAOLO DI SACCO, Pirandelliana, pp. 106-127.

 

RECENSIONI:

429) NORBERTO CACCIAGLIA, Sul primo Cinquecento perugino (Poesia minore e dispute sul volgare), Guerra, Perugia 1992 (E. Landoni), p. 128.

430) GIOVAN BATTISTA MARINO, Rime boscherecce, a cura di JANINA HAUSER- JAKUBOWICZ, Panini, Modena 1991 (P. Frare), pp.128-129.

431) CARLO GOLDONI, Teatro, a cura di M. PIERI, Einaudi, Torino 1991; CARLO GOLDONI, I Rusteghi, La buona moglie, vol. I; La trilogia della villeggiatura, Sior Todero brontolon, vol. II; Le baruffe chiozzotte, Il ventaglio, vol. III; Il servitore di due padroni, La vedova scaltra, La putta onorata, vol. IV, a cura di GIUSEPPE ORTOLANI, introduzione e bibliografia di PIETRO GIBELLINI, Mondadori, Milano (P. Bianchi), pp. 129-130.

432) ODOARDO BERTANI, Goldoni. Una drammaturgia della vita, Garzanti, Milano 1993 (P. Bianchi), p. 131.

433) GIACOMO LEOPARDI, Manuale di Epitteto, Salerno, Roma 1990 (E. Landoni), pp. 131-132.

434) GIUSEPPE RANDO, La norma e l’impeto. Studi sulla cultura e sulla poetica leopardiana, Herder, Roma 1992 (P. Colombo), pp. 132-133.

435) GIACOMO DEBENEDETTI, Poesia italiana del Novecento. Quaderni inediti. Il percorso della lirica del nostro secolo tra ermetismo e narratività, prefazione di ALFONSO BERARDINELLI, introduzione di PIER PAOLO PASOLINI, Garzanti, Milano 1993 (A. M. Bossi), pp. 133-134.

436) PAOLA MONTEFOSCHI, L’imperfetto bibliotecario. Esempi di intertestualità nel Novecento, Edizioni Scientifiche Italiane, Napoli 1992 (A. Rondini), pp.134-135.

437) GIUSEPPE DE MARCO, Fictio. Esperienze di lettura sulla poesia italiana del Novecento, Campanotto, Udine 1993 (S. Prone), pp. 135-136.

438) LUIGI BALDACCI, Tozzi moderno, Einaudi, Torino 1993 (A. M. Bossi), pp. 136-137.

439) AA. VV., Il pianeta Buzzati. Atti del Convegno Internazionale (Feltre e Belluno, 12-15 ottobre 1989), a cura di NELLA GIANNETTO, Mondadori, Milano (P.L. Cerisola), pp. 137-138.

440) PAOLO LAGAZZI, Réverie e destino. L’opera di Attilio Bertolucci da Sirio a La camera da letto, Garzanti, Milano 1993 (A. Rondini), pp. 138-139.