VIII, 14 (luglio-dicembre 1987) - Leopardi e altri poeti
ARTICOLI:
189) ENZO NOÈ GIRARDI, Leopardi come poeta nazionale, pp. 3-14.
L’interesse nazionale in Leopardi non si limita alle canzoni patriottiche, ma investe tutta l’opera
del poeta e del prosatore, in quanto mira a conservare e rinnovare in termini moderni quei valori
della classicità cui, per Leopardi, l’Italia soprattutto, deve la propria identità
nazionale.
190) ENZO NOÈ GIRARDI, Tempo, spazio, memoria e immaginazione nella poesia di Leopardi,
pp. 15-27.
Tempo, spazio, memoria e immaginazione, che nello Zibaldone sono oggetto di numerose
riflessioni, nei Canti vengono a costituire le strutture fondamentali, oggettive e soggettive,
di una "religione poetica" che rappresenta la via leopardiana - opposta a quella
manzoniana di una "poesia della religione" - alla composizione della frattura moderna tra
la parte fenomenica e quella noumenica della totalità.
191) ELENA LANDONI, Leopardi in questi ultimi vent’anni: critica di una
lettura, pp. 28-44.
Ripercorrendo alcune pagine della critica leopardiana di impostazione materialistica o ideologica di
questi ultimi vent’anni, l’A. vi rileva il rischio congenito e ancora attuale di una non pertinenza
metodologica e di un conseguente "sfocamento" dell’oggetto d’indagine. In particolare, e
in funzione d’esempio, l’A. si sofferma sulla interpretazione dell’inno Alla sua donna, di
cui anche individua una fonte in un madrigale del Marino.
192) PIER LUIGI CERISOLA, Il sistema epico di Gabriello Chiabrera, pp.
45-69.
L’A. esamina i poemi maggiori del Chiabrera - la Gotiade, la Firenze, e l’Amedeide
-, assunti come tre realizzazioni fra loro molto simili di un unico sistema epico-eroico,
ravvisando nelle contraddizioni interne fra l’assetto inventivo-narrativo - a disagio con le
esigenze proprie del genere - ed il livello metrico-stilistico - portatore invece di un buon grado
di epicità -, le ragioni fondamentali che ne hanno impedito una miglior collocazione e
valutazione nella storia letteraria della nostra epopea.
193) CARLO A. LANDINI, Alexandros: fra mito e senso pascoliano dell’ignoto,
pp. 70-91.
In Alexandros, e per esso nei Poemi conviviali, l’A. scorge, sotto forma di non
risolte contraddizioni, le tracce rivelatrici di una frattura che segnerebbe nel profondo il mondo
esperienziale del Pascoli, sempre diviso fra "vita pensata" e "vita vissuta",
fra il poeta e l’uomo. Qui, infatti, se da un lato il poeta aspira a ricuperare dal lontano passato
certi contenuti storici di valore ormai mitico ed universale, dall’altro lato li rielabora
formalmente e semanticamente in modo tale da renderli consentanei alla sua personale e ben datata
sensibilità.
194) G. SINGH, La poesia di Philip Larkin, pp. 92-113.
Philip Larkin (1922-85), esponente di punta, con Thom Gunn e Ted Highes, di quel "Nuovo
Movimento" che negli anni ‘50-60 prese il posto delle ormai logore correnti poetiche inglesi
neoromantiche e marxiste, viene qui ritratto attraverso un esame di alcune sue liriche che ne mette
soprattutto in luce lo stile deliberatamente sommesso e prosaico, concreto e razionale, vicino ai
modi di T.S. Eliot ed al dettato di T. Hardy, ma anche - specie nella prima raccolta, The North
Ship - la ricchezza dell’introspezione e dell’immaginazione, non lontana da quella di Yeats.
NOTE:
Convegni leopardiani:
195) ELENA LANDONI, Leopardi e noi in prospettiva 2000, pp. 114-117.
196) ELENA LANDONI, Leopardi e la cultura europea, pp. 117-118.
197) PIERANTONIO FRARE, Le città di Giacomo Leopardi, p. 118.
198) ALBERTO CASTEGNARO, Due lettere di Primo Levi, pp. 119-120.
199) GIOVANNA BARLUSCONI, Problemi e prospettive attuali della storiografia letteraria, pp. 121-130.
200) M. PAOLA MOSSI, Dante e le città dell’esilio (Ravenna, 11-13 settembre 1987), p. 131.
201) GIORGIO BARONI, Concordanze di poeti: Montale, Corazzini e Cardarelli, pp. 132-134.
202) GIORGIO BARONI, Il libro e la circolazione della cultura nel Settecento tramite la stampa, p. 135.
RECENSIONI:
203) ATTILIO MELLONE, Il San Francesco di Dante e il San Francesco della storia, Arvagnino, Cava de’ Tirreni 1986 (G. Rati), p. 136.
204) CARLO BOTTA, Per questi dilettosi monti, a cura di LUCA BADINI CONFALONIERI, con una premessa di ANDREA BATTISTINI, Clueb, Bologna 1986 (P. Frare), pp. 136-138.
205) FRANCESCO DI CIACCIA, Le parole e il silenzio. Peste carestia ed eros nel romanzo manzoniano, Giardini, Pisa 1987 (P. Frare), pp. 138-139.
206) GIANFRANCO RUBINO, L’intellettuale e i segni. Saggi su Sartre e Barthes, Ediz. di Storia e Letteratura, Roma 1984 (P. Frare), pp. 139-141.
207) VALERIO MAGRELLI, Nature e venature, Mondadori, Milano 1987 (P. Frare), pp. 141-143.
208) MAURIZIO CUCCHI, Donna del gioco, Mondadori, Milano 1987 (C. Annoni), pp. 144-146.