VI, 9 (gennaio-giugno 1985)- Manzoni: l’arte, il sacro

Manzoni: l’arte, il sacro, p. 3.

ARTICOLI:

100) ENZO NOÈ GIRARDI, Il sacro nell’opera del Manzoni, pp. 5-18.
Nell’ opera del Manzoni, e particolarmente nei Promessi Sposi, il sacro, naturalmente di segno cattolico, è presente in due forme: esplicita, come componente essenziale della realtà rappresentata e narrata; e implicita, come ispirazione. Se in rapporto alla prima forma il Manzoni si configura al tempo stesso come apologeta della religione cattolica e come critico dei modi in cui essa è stata ed è spesso praticata; è però grazie alla seconda - ove il sacro cattolico è riproposto in un linguaggio nuovo e impersonato da gente nuova - che il Manzoni si attua veramente sia come poeta religioso, sia come rinnovatore della sensibilità e del costume religioso degli Italiani.

101) ELENA LANDONI, La fede come fondamento dell’esperienza umana (A proposito delle Osservazioni sulla morale cattolica), pp. 19-37.
La tradizionale valutazione critica considera le Osservazioni sulla morale cattolica un’opera prevalentemente introduttiva ed esplicativa della logica cristiana dei Promessi Sposi. Ad una lettura che vada oltre tale impostazione, esse appaiono invece costruite su un coerente sistema di criteri dettati dalla fede, che costituiscono l'unico esauriente approccio all’esperienza umana e all’insopprimibile esigenza di comprenderne il significato.

102) PIER LUIGI CERISOLA, La "rettorica discreta" dei Promessi sposi, pp. 38-67.
È abbastanza noto che il Manzoni non fu nemico della retorica: né in linea teorica, né, tanto meno, nella sua pratica di poeta. Qui si vuole documentare, in particolare, come anche nel suo capolavoro narrativo, figure e tropi ricorrano con notevole frequenza; non sempre per ubbidire a superiori esigenze espressive o a strette necessità contestuali; e, comunque, molto spesso in una misura e secondo modalità d’impiego non corrispondenti a quel grado di discrezione, finezza e buon gusto, solo nel rispetto del quale il Manzoni stesso, dalle pagine introduttive del romanzo, aveva concesso alla retorica il diritto di sopravvivere, e non dovunque, ma soltanto "ne’ luoghi più terribili o più pietosi della storia, a ogni occasione d’eccitar maraviglia, o di far pensare".

103) GLENN PALEN PIERCE, I Promessi sposi e la pittura del Seicento, pp. 68-84.
Nei Promessi sposi i riferimenti espliciti alle arti figurative sono assai rari e di scarso rilievo. Tuttavia - come il presente lavoro si propone di dimostrare - nell’uso fortemente contrastato di luci e d’ombre e nell’impiego drammatico dei gesti, il Manzoni sembra spesso tradurre in termini letterari talune tecniche squisitamente pittoriche, in ispecie quelle proprie di artisti del nostro primo Seicento, quali il Cerano e il Caravaggio, le opere dei quali potrebbero dunque, ben a ragione, essere iscritte fra le "fonti" del capolavoro narrativo manzoniano.

104) PIERANTONIO FRARE, Rimario manzoniano, pp. 85-127.

Il rimario comprende tutte le poesie del Manzoni in lingua italiana (distinguendo le approvate dalle non approvate) nelle quali sia riconoscibile uno schema metrico: sono quindi compresi i cori delle tragedie. Nel rimario sono anche elencati i versi (per lo più sdruccioli, ma anche tronchi e piani) irrelati ma usati in funzione di "rima ritmica".

NOTE:

105) ALBERTO CASTEGNARO, Gli "improvidi" eroi dell’Adelchi, pp. 128-133.

106) MARIA TERESA GIRARDI, Un convegno di studi e problemi di critica testuale (Lecce, 22-26 ottobre 1984), pp. 134-144.

 

RECENSIONI:

107) DANTE ALIGHIERI, Opere minori, vol. I, Vita Nuova, De vulgari eloquentia, Rime, Ecloghe, a cura di GIORGIO BARBERI SQUAROTTI, SERGIO CECCHIN, ANGELO JACOMUZZI, MARIA GABRIELLA STASSI, Utet, Torino 1983 (E.N. Girardi), pp.145-148.

108) GIORGIO VARANINI, L’acceso strale. Saggi e ricerche sulla Commedia, Federico & Ardia, Napoli 1984 (G. Baroni), pp. 148-149.

109) ROBERTA LENCIONI NOVELLI, Celio Malespini tra Biografia e Novella, Liguori, Napoli 1983 (E. Landoni), p. 150.

110) VITTORIO ALFIERI, Del Principe e delle lettere, a cura di GIORGIO BARBERI SQUAROTTI, Serra e Riva, Milano 1983 (A. Ruschioni), pp. 150-152.

111) SERGIO ROMAGNOLI, La buona compagnia. Studi sulla letteratura italiana del Settecento, Angeli, Milano 1983 (A. Ruschioni), pp. 152-153.

112) AA. VV., Atti. Celebrazione del II Centenario della nascita di Angelo Maria Ricci (1776-1850), Centro di studi varroniani, Rieti 1983; LUIGI DRAGONETTI, Lettere inedite ad Angelo Maria Ricci, a cura di FRANCESCO DI GREGORIO, presentazione di EMERICO GIACHERY, Atlantica, Foggia (A. Avanzi), pp. 153-154.

113) GIORGIO BARONI, Umberto Saba e dintorni. Appunti per una storia della letteratura giuliana, I.P.L., Milano 1984 (A. Avanzi), pp. 154-155.