V, 6/7 (gennaio-giugno 1984)- Come leggere i narratori italiani contemporanei

ARTICOLI:

67) ENZO NOÈ GIRARDI, La narrativa italiana da Manzoni a Gadda, pp. 5-21.
La narrativa post-manzoniana segue un processo di diversificazione specialistica degli elementi costitutivi, ben rappresentata nel romanzo moderno dalla prevalenza di volta in volta della componente conoscitiva, di quella "amena" o di quella letteraria. I motivi di questa situazione vanno ricercati non solo nella moltiplicazione dei contenuti narrabili, ma anche nelle naturali modificazioni dello strumento narrativo; sempre disponibile a nuovi significati, ma nello stesso tempo sempre più espressivo di dissenso e di eversione nei confronti della realtà.

 

68) GIUSEPPINA ROMAGNOLI ROBUSCHI, Aldo Palazzeschi: I fratelli Cuccoli, pp. 22-32.
Dopo aver sottolineato come in questo romanzo Palazzeschi dimostri la propria difficoltà a padroneggiare efficacemente strutture narrative complesse, l'autrice dimostra comunque come tante incoerenze rimproverate dalla critica al personaggio principale cadono se si riconosce nell'amore incondizionato la base della filosofia esistenziale di Celestino Cuccoli.

69) GIUSEPPE FARINELLI, Fontamara di Silone nella prospettiva delle varianti, pp. 33-48.
Dopo aver puntualizzato la questione delle prime due edizioni in lingua italiana di Fontamara (Parigi, 1933; Londra, 1942), l’A. esemplifica alcune significative varianti tra l’edizione del 1933 e l’edizione mondadoriana del 1953, che rappresenta la stesura definitiva del romanzo ed è quindi da considerarsi il punto conclusivo di una elaborazione stilistica e concettuale durata oltre vent’anni. Tale confronto dimostra come Silone abbia voluto universalizzare, attraverso la tenace e costante revisione cui sottopose appunto Fontamara, la vicenda narrata nel suo romanzo, spogliandola da tutte quelle contingenze strutturali che, nell’edizione del 1933, più avevano contribuito a limitarne la dimensione di dolorosa ecumenicità.

70) VINCENZO CHIARENZA, Il Gattopardo.
In questo articolo, l’A. individua anzitutto la sostanziale unità dell’opera nell’intrinseca fusione fra voce narrante e protagonista. Osserva poi che, nella stesura del romanzo, l’intento artistico e creativo fu davvero primario ed esclusivo per Tomasi di Lampedusa, come risulta, oltre che dalla complessione stessa del Gattopardo, anche dalle dichiarazioni di poetica rinvenibili nei suoi scritti minori, dalle riflessioni di ordine stilistico e, soprattutto, dal confronto con il saggio autobiografico I luoghi della mia prima infanzia.

71) PIER LUIGI CERISOLA, I Sessanta racconti di Dino Buzzati, pp. 56-69.
L’A. individua nei Sessanta racconti motivi, temi ed immagini che richiamano tanti passi della poesia montaliana, giungendo a riconoscere che l’opera di Montale costituisce un modello concreto di realizzazione poetica della Weltanschauung esistenzialistica assai simile a quella artisticamente espressa dalla narrativa buzzatiana. Modello certo assai più vicino, perfino da un punto di vista territoriale e temporale oltreché culturale, dei vari Kafka, Hoffmann, Poe, Defoe e Borges ai quali spesso si ama accostare Dino Buzzati.

72) GIORGIO BARONI, Tomizza e La miglior vita, pp. 70-83.
Il miglior romanzo di Tomizza si rivela in più parti debitore della lezione manzoniana, ma, a differenza dei Promessi sposi, omissioni e silenzi significativi gli negano ogni valore di autenticità e oggettività documentaria. Di conseguenza, il maggior valore dell'opera nel suo complesso è da ricercarsi nel tono epico dato alla storia, raccontata in maniera semplice e sciolta, e questo al di là delle forzature e delle contraddizioni ideologiche.

73) ROBERT PERROUD, Se una notte d’inverno un viaggiatore di Italo Calvino, pp. 84-91.
Se una notte d’inverno un viaggiatore appare all’A. di questo articolo come una metafora della lettura e della scrittura, mediante la quale Calvino ha inteso offrire un’opera letteraria compiuta, ma anche un modo di introdurre il lettore nei segreti della narrazione. Nel romanzo, la cui struttura si presenta in forma "combinatoria", risulta centrale ed essenziale il tema dell’oggettività del libro, della sua autonomia rispetto all’autore. Ma proprio la tecnica combinatoria, con la quale Calvino ha costruito il romanzo, sembra essere l’ennesimo segnale del suo scetticismo sul valore stesso della scrittura letteraria e sulla funzione che le si può ancora attribuire nella civiltà odierna.

74) PIERANTONIO FRARE, Horcynus Orca di Stefano D’Arrigo, pp. 92-102.
L'A. propone una prima lettura del ricchissimo romanzo di D'Arrigo secondo il doppio livello della intertestualità (in particolare Omero e Joyce) e della strutturazione simbolica, che consente di vedere nel viaggio del protagonista la realizzazione di un ritorno impossibile ad uno stato di innocenza, ritorno realizzabile solo come regressus a uterum nella modalità della morte.

75) OLGA-MARIA BROUWER, L’avanguardia narrativa: i racconti di Luigi Malerba, pp. 103-114.
Luigi Malerba riconobbe esplicitamente i debiti da lui contratti nei confronti delle ricerche avanguardistiche del cosiddetto "Gruppo ‘63". Tuttavia, a giudizio dell’A., più forte si avverte la sua affinità con il "sistema" Becket, cioè col Beckett joyciano e con certi esponenti del "Nouveau roman" e del gruppo "Tel Quel".

76) LUIGI SANTUCCI, Lettura del Mandragolo, pp. 115-128.
L'A. parla del proprio romanzo come del frutto più maturo della sua vocazione ad una narrativa di "lode". Il Mandragolo sviluppa infatti tutte le principali tematiche santucciane precedenti, confermando lo scrittore in una posizione di filiazione-rottura dal Manzoni; col proponimento dichiarato, però, di superare la nevrosi tipica del nostro tempo e di arginare l'altrettanto tipica egemonia dell'utile materiale.

NOTE:

77) ENZO NOÈ GIRARDI, L’oggettività è un mito "cretino"?, pp. 129-130.

RECENSIONI:

78) POMPEO GIANNANTONIO, Endiadi. Dottrina e poesia nella Divina Commedia, Sansoni, Firenze 1983 (E.N. Girardi), pp. 130-132.

79) BORTOLO MARTINELLI, Il Secretum conteso, Loffredo, Napoli 1983 (E. Landoni), pp.132-133.

80) FAUSTO MONTANARI, Riserve sull’Umanesimo, IPL, Milano 1983 (L. Castelnuovo), pp. 133-134.

81) MATTEO DURANTE, Restauri dellavalliani, "Quaderni del Siculorum Gymnasium", XI, Università di Catania 1983 (E. Landoni), pp. 134-135.

82) AA. VV., Processi traduttivi: teorie ed applicazioni, La Scuola, Brescia 1982 (P.L. Cerisola), pp. 135-139.

83) GIUSEPPE ANTONIO BRUNELLI, Per Giovanna, poesie antiche e nuove (1946-1982). Presentazione di GIUSEPPE SAVOCA, Miano, Milano 1983 (E.N. Girardi), p. 139.

84) LUCIANO ERBA, Il cerchio aperto, All’insegna del pesce d’oro, Milano 1983 (P. Frare), pp. 139-141).

85) EUGENIO CORTI, Il cavallo rosso, Ares, Milano 1983 (P. Frare), pp. 141-142.