IV, 5 (luglio-dicembre 1983)

 

Il De Sanctis (1883-1983) e noi.

ARTICOLI:

54) ENZO NOÈ GIRARDI, Unità e totalità dell’opera letteraria, pp. 5-33.
Continuando il discorso iniziato nel primo fascicolo (Che cosa è la letteratura), l'autore si propone di dimostrare, con opportuni esempi tratti da alcune delle maggiori opere della letteratura, che la concezione dualistica della letteratura, intesa come composizione di un messaggio comunicativo con un messaggio di bellezza, non compromette l'unità dell'opera letteraria. Condizione di tale unità è che i due messaggi siano omologhi; e l'omologia si fonda sul carattere di totalità dell'opera letteraria, a sua volta condizionato dal diverso configurarsi della totalità nella mente degli scrittori e dei lettori, nelle tre principali epoche storiche della letteratura: medievale, rinascimentale-classica, e moderno-contemporanea.

55) PIER LUIGI CERISOLA, Per una semeiotica del simbolico, pp. 34-52.
Non tutti i testi letterari sono simbolici; raramente i testi letterari simbolici denunciano apertamente questo loro specifico statuto; sempre il dato simbolico lascia tracce della propria presenza sullo strato superficiale del testo. Fissati rapidamente tali princìpi che, pronunciandosi in favore d’una critica simbolica da attuarsi soltanto in seguito a sollecitazioni provenienti oggettivamente dall'opera stessa, si oppongono alle allegorizzazioni selvagge di ieri e alle simbolizzazioni gratuite di oggi, I'articolo si impegna poi nell’esemplificare e nel codificare secondo criteri di natura semantica la multiforme sintomatologia con cui il simbolico si manifesta.

56) ERNESTO TRAVI, Giovio, gli Orti Oricellari e Machiavelli, pp. 53-61.
A cinquecento anni dalla nascita di Paolo Giovio, i primi anni della sua esperienza letteraria attendono ancora di essere adeguatamente illustrati. L'autore, studioso della letteratura cinquecentesca, e curatore del v. IX della Edizione nazionale delle opere gioviane, illustra il periodo tra il 1519 e il '22 delle soste di Paolo a Firenze, che gli permisero di delineare un'articolata storia degli Orti Oricellari, da lui frequentati, e di formulare un pungolante giudizio sulla lingua del Machiavelli, del quale ammirò l'opera storica ed in particolare la Mandragola.

57) PAOLO DI SACCO, Un carducciano " fuori di chiave", pp. 62-79.
L’A. analizza Mal giocondo e le Elegie renane di Pirandello alla luce del rapporto dialettico fra il giovane poeta ed il carduccianesimo: esso fu sentito da lui come modello formale ed ideologico, come, cioè, specchio "sincero" di istanze morali e civili e come spinta iniziale alle lettere; ma fu altresì stimolo all’auto-superamento ed al raggiungimento di una propria verità poetica. L’educazione ottocentesca (donde la sapienza retorico-metrica di Pirandello) fu subito compromessa, in lui, da un forte spirito d’opposizione e di contraffazione umoristica (che ne corrose la stessa vena leopardiana); il disfacimento della sonorità carducciana, dopo la forte sottolineatura romantica delle Elegie renane, prelude all’oggettivismo ed all’anti-poesia delle ultime raccolte pirandelliane.

 

NOTE:

58) PIERANTONIO FRARE, Note in margine ad un recente Convegno di metrica (Messina, ottobre 1982), pp. 80-94.

59) MARIA VITTORIA ZIN, Ricordo di un antimanzoniano: Salvatore Betti, pp. 95-100.

RECENSIONI:

60) MARIA CORTI, Dante a un nuovo crocevia, Sansoni, Firenze 1981 (E.N.Girardi), pp. 101-103.

61) TOM O’ NEILL, Of virgin muses and of love. A study of Foscolo’s Dei Sepolcri, Irish Academic Press, Dublin 1981 (O-M. Bouwer), pp. 103-104.

62) Colonia Aternina de’ Velati (1816-1841), a cura di FRANCESCO DI GREGORIO, voll. 4, Palombi, Roma 1979 (E.N. Girardi), p. 104.

63) ANNA MARIA D’AMBROSIO MAZZIOTTI, Incontri e dissidi manzoniani, Morcelliana, Brescia 1982 (E.N. Girardi), pp. 105-106.

64) GIOVANNI VERGA, Dal tuo al mio, Prefazione di ARNALDO DI BENEDETTO, Serra e Riva, Milano 1982 (E. N. Girardi), pp. 106-107.

65) BRUNO PORCELLI, I Romanzi della mia terra di Moretti, Pàtron, Bologna 1983 (O.-M. Brouwer), pp. 107-108.

66) GAETANO MARIANI, L’orologio del Pincio. Leonardo Sinisgalli tra certezza e illusione, Bonacci, Roma 1981 (E. N. Girardi), pp. 108-109.